Per me un Pol Roger rosé (chi mi conosce sa che ho un debole per le bollicine). Per voi? giusto un brindisi, come si addice all'inizio di ogni nuova avventura....

giovedì 29 dicembre 2011

Oltre le onde: Ipermedia e Iperrealtà





“Dovunque andiamo, siamo tutti connessi”.
serial experiment lain (1998)


Quando Eraclito scriveva che tutto scorre probabilmente osservava l’immagine di un fiume e dell’imprevedibile volgersi e rivolgersi delle sue particelle d’acqua. Forse meditava sull’immagine del tempo che è altrettanto mobile, scorrevole, variabile e dotato di altrettanto instabili particelle. Forse sull’immagine del corpo con i suoi moti cangianti, sia nei suoi misteriosi interni che sulle sue ammirabili o deprecabili superfici. A queste immagini la cultura industriale ha aggiunto l’immagine dell’elettrico, e degli invisibili moti perpetui di innumeri particelle. È necessario aggiungere un’ulteriore immagine per segnalare il flusso testuale che percorre tutte le culture del pianeta e tende ormai […] ad essere il contrassegno emergente, furioso, incontrollabile del Trillennio.

Impulsi che si trasmettono incessantemente, riecheggiano da un punto all’altro del pianeta, rimbalzati da computer e cellulari: un flusso costante di informazioni, immagini, parole. Viviamo un tempo e una realtà nella quale gli strumenti del comunicare si sono fatti ossessione, soprattutto dopo l’avvento dei cosiddetti nuovi media
È il 1993 l’anno in cui vede la luce il primo browser di navigazione in rete dotato di interfaccia grafica: il suo nome è Mosaic. A esso seguiranno a breve i più noti Netscape ed Explorer. Da questo momento la diffusione di Internet, la rete delle reti, si fa capillare e, grazie alla multimedialità, diviene, nel giro di pochi anni, di uso comune, fino a configurarsi come un vero e proprio luogo di incontro – il cosiddetto cyberspazio, un insieme complesso di tecnologie in grado di creare nell'utente l’illusione di abitare un ambiente sociale diverso da quello nel quale fisicamente si trova. In altre parole, nasce la comunicazione in rete, luogo dove persone di differenti età, estrazione sociale o background culturale e professionale esperiscono differenti livelli di contatto, dal banale scambio di informazioni alla condivisione di valori, emozioni, interessi. Abbiamo elencato gli elementi distintivi di quell’entità ambigua e labile conosciuta come comunità virtuale. “Il cyberspazio è il luogo dove il movimento si svincola dallo spazio e più precisamente dallo spazio fisso. […] Esso obbedisce alle proprietà del tutto nuove di ubiquità, di istantaneità, di accessibilità, di trasparenza, di replica indefinita”. 
Le tecnologie ipermediali ci accompagnano non di fronte allo schermo ma dentro di esso, non davanti, ma dentro gli eventi: 

Nel virtuale ci si immerge, ci si tuffa dentro lo schermo. Lo schermo è un luogo di immersione, ed ovviamente di interattività, poiché al suo interno si può fare quel che si vuole; ma in esso ci si immerge, non si ha più la distanza dello sguardo, della contraddizione che è propria della realtà. In fondo tutto ciò che esisteva nel reale si situava all'interno di un universo differenziato, mentre quello virtuale è un universo integrato. 

Lo stesso Baudrillard aveva già definito questa simulazione della realtà un cortocircuito destabilizzante: “La simulazione diventa l’estasi del reale,  basta che guardiate la televisione: tutti gli avvenimenti reali vi si succedono in un rapporto perfettamente estatico, cioè negli aspetti vertiginosi e stereotipati, irreali e ricorrenti, che consentono il loro concatenamento insensato e ininterrotto”. Internet va oltre: l’informazione anticipa l’evento, la comunicazione istantanea annulla la distanza, a dominare sono l’imperativo dell’immediatezza e dell’accelerazione. Prima del mondo, in ogni luogo. E ci regala l’illusione di essere tutti partecipi del medesimo atto comunicativo. Infatti, il linguaggio del computer e i modelli matematici sui quali si fonda, pure entità astratte, generano un nuovo universo, la realtà virtuale, che, nel sistema ermeneutico proposto da Baudrillard, va a rappresentare il terzo livello di simulazione, da lui definito l’iperreale. Qui, il modello precede il mondo, è cioè copia cui non corrisponde alcun originale, in termini genettiani, ipertesto senza traccia di ipotesto.  
Non solo, ma l’ipermedialità favorisce una prossimità temporale, che va a costituire il centro assoluto del mondo, una specie di città virtuale delle telecomunicazioni. E le città reali non sono altro ormai che la periferia di questo iper-centro. Internet è il vero protagonista di Densha otoko 電車男 (Train Man, 2004), romanzo nato in chat, da un thread che ha visto nell’arco di settantacinque giorni la pubblicazione di 29.862 post; l’ipermedialità è la lente deformante attraverso la quale Mozaiku モザイク(Mosaico, 2001) di Taguchi Randy田口ランディ(1959-) ritrae il cuore della metropoli post-industriale per eccellenza, Tokyo. Entrambi questi lavori, così come il contemporaneo fenomeno del keitai shōsetsu 携帯小説 (or ケータイ小説), in modi diversi, consentono di indagare i meccanismi grazie ai quali una generazione irreversibilmente dipendente da una miriade di apparecchi tecnologici, prigioniera nella vibrazione di un'incessante comunicazione reciproca che risuona e si dilata nel reticolato di strade, palazzi, stazioni, inventa e costruisce nuove forme di identità, individuali, collettive, virtuali. 
(in Atti del XXXIV Convegno Aistugia, forthcoming)